ALCUNE INFO UTILI PER CHI SI OCCUPA DI BADANTI AUTONOMAMENTE: COME SI CALCOLA IL TFR

Ci avviciniamo al mese di Dicembre e quindi alla fine dell’anno. In questo periodo si è soliti parlare di TFR, pertanto cerchiamo di indicarvi, qualora doveste occuparvene, come calcolarlo e come permettere al lavoratore un anticipo dello stesso.

Il TFR, sigla abbreviata di Trattamento di Fine Rapporto, è quella quota maturata dal lavoratore durante il rapporto di lavoro che viene solitamente riconosciuta alla chiusura dello stesso.

Si sa rispetto alle altre categorie di lavoratori, quella delle Colf e delle Badanti spesso ha regole a sè e diverse. Conoscerle ed essere preparati, aiuta nella gestione del rapporto di lavoro, soprattutto per chi se ne occupa autonomamente.

Contrariamente alla maggioranza dei lavoratori subordinati, infatti, colf e badanti non devono attendere di essere assunti da 8 anni presso la stessa famiglia per presentare la domanda, né hanno bisogno di impiegare la somma in modo specifico: possono chiedere di ritirare prima del tempo fino al 70% di quanto maturato ogni anno. Questo si traduce per una spesa in più per le famiglie italiane, specialmente per chi impiega badanti, colf o baby sitter conviventi.

E’ opportuno fare bene i calcoli altrimenti si corre il rischio di aprire una vertenza con le interessate, con il sindacato e, se il rapporto si inasprisce, di fronte al giudice.
Il calcolo in se stesso non sarebbe tanto complicato se non ci fossero di mezzo le rivalutazioni annuali che costringono i datori di lavoro a gestire numeri complicati. E’ per questo che pubblichiamo un esempio di calcolo, utile per capire bene il meccanismo dell’operazione e per avventurarsi da soli a chiudere la partita senza ricorrere al commercialista.
Si parte dal salario annuo (per le colf a ore si devono sommare tutti i pagamenti comunque avvenuti nell’anno) compresa la gratifica natalizia e si divide per il numero fisso 13,5: il risultato è la quota del Tfr di quell’anno. E si continua così anno per anno, ma intercalando le quote con le rivalutazioni annuali stabilite da Istat.

Importante mantenere, tra tutte, in particolare queste tre accortezze: a) la quota di un anno viene rivalutata solo con la percentuale stabilita nel dicembre dell’anno successivo (esempio: la quota dell’anno 2013 deve applicare il coefficiente di dicembre 2014); b) la rivalutazione si applica non solo sulla quota dell’anno precedente ma anche su tutte le quote degli anni anteriori; c) l’ultimo anno di paga non viene rivalutato.
Sul tfr non si pagano i contributi Inps. Ecco un esempio che ogni datore di lavoro può applicare al suo caso, cambiando ovviamente le cifre ma rispettando il sistema e le percentuali delle rivalutazioni.

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