COME SI RICONOSCONO I SINTOMI TIPICI DELLA PATOLOGIA E CHI SONO LE PERSONE PIU’ COLPITE

Il 21 settembre, di ogni anno, si celebra la Giornata mondiale dell’Alzheimer, una malattia degenerativa che provoca un lento declino delle capacità cognitive. Non esiste al momento la possibilità di predire lo sviluppo o meno della malattia, anche se ci sono vari test cognitivi che vanno a indagare le aree deficitarie.

Questa giornata è stata istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s Disease International (ADI),riunisce malati, familiari e associazioni di pazienti con Alzheimer in tutto il mondo con iniziative dedicate alla conoscenza e alla diffusione delle informazioni sulla malattia.

Quali sono i primi segnali da non sottovalutare?

Con l’avanzare dell’età è normale avere piccoli momenti di perdita di memoria, dei nomi che sembra di ricordare ma che poi al momento giusto non arrivano. Ovviamente bisogna tenere d’occhio soprattutto i cambiamenti di personalità che colpiscono le persone affette da questa patologia.

I cosiddetti “campanelli di allarme” della malattia, che non vanno ignorati sono:

  • Disturbi di memoria, piccole perdite dell’orientamento spaziale, ma anche difficoltà nel pianificare atti e azioni che prima non incontravano difficoltà.
  • Difficoltà a svolgere compiti semplici: tutte quelle attività che prima si facevano con facilità ora diventano più complicate; pensiamo, ad esempio, al vestirsi da soli o alla difficoltà che si può incontrare nel preparare una ricetta che in precedenza era familiare.
  •  Disturbi del linguaggio: il soggetto ha difficoltà nel denominare un oggetto, pur riconoscendolo, spesso per arginare tale difficoltà utilizza termini non esatti, spesso parole più semplici che impoveriscono il linguaggio stesso, inoltre, si ha la sensazione di avere sempre la parola cercata “sulla punta della lingua”, senza riuscire ad esplicitare il concetto che si ha in mente.
  • Difficoltà di ragionamento e pianificazione: diventa sempre più difficile eseguire i calcoli, seppur semplici e condurre un ragionamento lineare, una delle difficoltà più comuni riguarda l’incapacità di gestire in maniera adeguata il denaro, portando a termine spese eccessive o prive di utilità.
  • Disorientamento temporale e spaziale: il soggetto tende a perdere il senso delle date e a confondere i giorni della settimana o le stagioni dell’anno. I percorsi abituali diventano complicati, anche il tornare verso la propria abitazione può generare confusione.
  • Difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali: si può avere difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto. Bisogna però prima effettuare un’analisi differenziale che escluda che si tratti di problemi visivi legati, ad esempio, alla cataratta.
  • Irritabilità e delirio, ansia e depressione: sono frequenti gli episodi in cui il soggetto appare irascibile e accusa le persone che gli sono vicino, attuando comportamenti spesso incongrui; possibili sono anche i deliri, soprattutto di tipo persecutorio. Frequenti episodi di ansia e deflessione del tono dell’umore.

Questi segnali, non sempre si presentano tutti insieme, ma qualora anche solo uno di questi fosse presente bisogna fare una segnalazione al medico di medicina generale che vaglierà l’opportunità di inviare allo specialista.

Inoltre ci sono distinzioni compiute sulla base dell’aggravamento dei sintomi ma anche della perdita di autonomia nel compiere le attività di vita quotidiana come lavarsi, vestirsi, eccetera. Ci sono classicamente 5 fasi sulla base di una scala nota e condivisa: la persona affetta da demenza evolve dal deterioramento cognitivo minimo alla fase cinque in cui è completamente allettata e non responsiva. In Italia, si contano circa 1.200.000 persone affette da demenza e di queste il 50- 60 % presentano una malattia di Alzheimer, questo soprattutto perchè il nostro Paese è tra i più longevi, con un numero maggiore di persone anziane.

Non è corretto pensare che l’Alzheimer sia una patologia che colpisce esclusivamente persone in età avanzata. Sebbene rare, esistono le forme giovanili (40-50 anni). Per quanto riguarda la causa scatenante, al momento non è possibile individuarla. Per poter diagnosticare la demenza di Alzheimer è importante in primo luogo la raccolta dei dati anamnestici del paziente, la storia clinica, effettuare poi un esame clinico neurologico ed una valutazione neuropsicologica delle funzioni cognitive.

Quale terapia seguire?

Attualmente non esiste un farmaco che curi questa patologia, ma esistono dei farmaci che sono in grado di rallentare il decorso della malattia e riducono il rischio di sviluppo di disturbi comportamentali. Gli esperti comunque consigliano di curare il corpo e la mente: la riduzione dei fattori di rischio e il contenimento di malattie come l’ipertensione, l’obesità, il diabete, l’eccesso di colesterolo è importante da attuare indirizzando il paziente ad avere corretti stili di vita sia alimentari che motori, stimolare il paziente a mantenere contatti sociali ed affettivi e ad inseguire l’idea di una buona qualità di vita. 

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