QUANDO E’ PATOLOGICO O QUANDO LA MENTE CENTRA RELATIVAMENTE

Il tema della mente, del suo funzionamento e della sua salute ha sempre destato timori e panico nelle persone. Dai tempi dei manicomi le persone generalmente definite “pazze” sono sempre state viste con un’accezione di paura, quasi disumane, colpite da malattie invisibili, intangibili e per questo all’apparenza dell’opinione popolare, incurabili. E’ molto sottile la linea che separa la salute mentale da malata a sana e nel corso degli anni molti sono i passi in avanti che sono stati fatti nella sua conoscenza e gestione/cura. Oggi tante sono le risposte che la medicina può dare alle altrettanto numerose domande che la popolazione si è sempre posta in tema di salute mentale. E molti sono i falsi miti che leggendo questo articolo potrete sfatare. Abbiamo provato a raggruppare alcune domande su cui spesso le persone hanno un’idea totalmente sbagliata

Ho un esaurimento nervoso?

Non esiste una malattia chiamata “esaurimento nervoso”: con questa espressione si caratterizzano tutta una serie di sintomi che sono riferibili ai disturbi dell’umore, come la depressione o la distimia, o ai disturbi d’ansia accomunati da uno stato di stanchezza e debolezza fisica e mentale.

Tra i sintomi che possono verificarsi annoveriamo il senso eccessivo di fatica dopo uno sforzo mentale, le difficoltà di concentrazione, i dolori, la debolezza fisica, le difficoltà a rilassarsi, le vertigini, l’insonnia, le cefalee, l’umore irritabile, etc..
Si stima che, in Italia, l’11,2% della popolazione soffra di depressione (con una prevalenza maggiore nelle donne).
Qualsiasi sia la causa che abbia portato al cosiddetto “esaurimento nervoso” occorre affrontare il problema consultando il proprio medico che, dopo aver valutato l’insieme dei sintomi, predispone una corretta terapia sia da un punto di vista psicologico (psicoterapia) che farmacologico (somministrazione di ansiolitici e antidepressivi sotto stretto controllo medico).

La depressione si supera con la volontà?

La depressione è una malattia, oggi considerata largamente curabile, causata dall’interazione di fattori genetici, ambientali, biologici e psicosociali. Questa patologia può essere curata e la sola forza di volontà non basta; è necessario, infatti, rivolgersi a degli specialisti che attueranno interventi specifici, appropriati ed integrati di tipo terapeutico e di supporto psicologico. Fondamentale è riuscire a riconoscere la depressione ed il suo stato di gravità già dai primi segnali di allarme in quanto, spesso, essa viene sottovalutata.

I disturbi depressivi vengono inquadrati nell’ambito dei disturbi dell’umore e includono quadri clinici tra loro diversi. Essa si presenta con umore caratterizzato da sentimenti di tristezza e sensazione di vuoto interiore, perdita di interesse e piacere, sensi di colpa e autosvalutazione, disturbi del sonno e anomalie della condotta alimentare, astenia e scarsa capacità di concentrazione. Questi problemi possono diventare cronici o ricorrenti e possono condurre a una sostanziale compromissione della capacità di prendersi cura delle proprie responsabilità nella vita quotidiana.
L’11% degli italiani è affetto da depressione e le donne risultano coinvolte in percentuale doppia rispetto agli uomini. Ne risulta affetto anche il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti.
I trattamenti a cui si ricorre possono essere farmacologici o psicoterapeutici. Nel nostro Paese meno di 1/3 dei pazienti affetti ricorre alle cure in tempi consoni. Questo ritardo può portare ad un peggioramento dei sintomi con ricadute pesanti sulla salute del paziente e sul benessere di chi lo circonda sia a livello familiare che lavorativo.

La malattia mentale è incurabile?

Molti studi hanno dimostrato che la maggior parte degli individui con disturbi mentali migliora curandosi, riuscendo a recuperare il proprio stato di benessere psicofisico.

La percentuale di coloro che, tramite adeguato supporto riescono ad avere una significativa riduzione dei sintomi, un miglioramento della qualità della vita e una soddisfacente indipendenza, si stima che sia tra il 70-90%. Oggi esistono trattamenti efficaci sia per disturbi mentali lievi che per patologie più gravi come la schizofrenia; l’importante è intervenire precocemente affinché possano con il tempo migliorare la loro condizione. Gli interventi che possono essere effettuati nelle diverse condizioni sono: trattamenti farmacologici (antipsicotici nei disturbi schizofrenici, stabilizzatori dell’umore nei disturbi bipolari, antidepressivi nei disturbi depressivi); trattamenti psicosociali (psicoterapia, psicoeducazione) riabilitazione, insegnamento di attività sociali e partecipazione a gruppi di mutuo-aiuto. Bisogna, però, sottolineare che l’efficacia di un qualsiasi trattamento è variabile da individuo ad individuo e dipende dalla situazione in cui egli si trova.
Gli scopi di tali interventi sono finalizzati al miglioramento della propria salute e del proprio benessere, alla conduzione di una vita autonoma e al raggiungimento del proprio potenziale. Nonostante un’alta prevalenza dei disturbi mentali, purtroppo, solo una minoranza riceve un aiuto qualificato. Ciò avviene, spesso, a causa della discriminazione che circonda tali pazienti (4) per i quali tanto si può fare agendo sia su loro stessi che sull’ambiente sociale in cui sono inseriti.

Chi va dallo psicologo è un debole?

Essendo esperti nel comportamento umano, gli psicologi sono quei professionisti a cui bisogna rivolgersi quando si vuole salvaguardare la propria salute mentale, ovvero il proprio benessere emozionale, psicologico e sociale.
Gli psicologi sono in grado di aiutare ad identificare i problemi di cui si è afflitti e di individuare strategie per affrontarli. Il rivolgersi a psicologi, quindi, non significa essere “deboli”, ma aver preso coscienza del problema e della possibilità di poter riprendere in mano la propria vita quando non si riesce a farlo da soli .

La nostra salute mentale riguarda non solo il nostro modo di pensare e come ci sentiamo e agiamo, ma anche come affrontiamo la vita, le scelte e gestiamo lo stress .
Se determinate situazioni stressanti non vengono gestite in maniera adeguata possono portare a disturbi mentali più seri. Alcuni studi hanno evidenziato che negli Stati Uniti si stima che solo il 17% della popolazione adulta presenti uno stato di salute mentale ottimale e che il 25% soffra di una malattia mentale. Poiché tali percentuali sono destinate a crescere, ciò che va assolutamente ricordato è che la salute mentale non rappresenta solo l’assenza di disturbi mentali, ma che essa è parte integrante della nostra salute e per questo va salvaguardata e promossa .
Inoltre, fondamentale è cercare sempre di trovare il proprio benessere mentale e sviluppare una certa capacità di recupero che giova sia al nostro benessere fisico che a coloro che ci stanno intorno.

Gli psicofarmaci creano sempre dipendenza?

La dipendenza da psicofarmaci si verifica solo in seguito ad un uso scorretto del farmaco: uso protratto (>6 mesi) senza controllo medico, dosaggio elevato, auto somministrazione con dosi e tempi inadeguati, brusca interruzione della cura e associazione con sostanze d’abuso quali alcool e droghe .

L’utilizzo degli psicofarmaci è legato a particolari situazioni di gravità delle condizioni mentali o per aumentare l’efficacia della psicoterapia. Gli psicofarmaci che possono dare fenomeni di dipendenza sono gli ansiolitici (i più conosciuti sono le benzodiazepine), mentre gli antidepressivi possono dare crisi di astinenza. Queste due categorie di farmaci, insieme agli stabilizzanti dell’umore (utilizzati nel disturbo bipolare) e agli antipsicotici (utilizzati nella schizofrenia), rientrano nella classe degli psicofarmaci. Gli antidepressivi, tra i farmaci agenti sul sistema nervoso, sono quelli più frequentemente utilizzati. Gli psicofarmaci sono medicine che agiscono su specifiche sostanze chimiche presenti nel nostro cervello e sono in grado di curare o di attenuare i sintomi di molti disturbi psichici ma, come per qualsiasi trattamento farmacologico, debbono essere prescritti con competenza, sulla base di corrette indicazioni diagnostiche ed utilizzati sotto controllo medico. Vari studi indicano ampi spazi di miglioramento dell’appropriatezza d’uso dei psicofarmaci nella pratica clinica quotidiana.
Importante, inoltre, è sottolineare che farmaci appartenenti ad una stessa categoria possono essere tra loro profondamente diversi con anche indicazioni terapeutiche diverse .

I malati di mente sono tutti pericolosi?

Assolutamente no. Tuttavia bisogna saperli curare, non con l’istinto ma con una preparazione adeguata sulla malattia e sulla sua gestione. Noi con i nostri operatori specializzati nel trattamento di demenza senile e alzheimer, sicuramente possiamo aiutarvi

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